10 motivi per non aprire un blog aziendale

10 motivi per non aprire un blog aziendale sembrano molti. Forse lo sono, forse sono pochissimi, se pensiamo alle molte resistenze interne delle imprese quando si parla di web 2.0, inbound marketing e progetti di comunicazione e promozione sui social media. Il post di oggi vuole essere provocatorio ma, in fondo, anche moderato. Il blog aziendale va aperto solo a fronte di una strategia, conoscendone rischi e potenzialità, sapendo che andrà gestito e seguito in modo assiduo.

 

E’ davvero possibile trovare 10 motivi per non aprire un blog aziendale?

Alcune imprese, piccole e grandi, hanno dei dubbi sull’opportunità di aprire un blog per comunicare con i propri clienti. Quando le perplessità sono molte, è utile fermarsi a riflettere.

Il progetto del blog, infatti, darà i suoi risultati solo se ben strutturato.

Interpretiamo i seguenti 10 motivi per non aprire un blog aziendale come dei consigli: ogni progetto di comunicazione funziona se viene condiviso e compreso e non deve partire solo “perché tutti lo fanno”. Dunque, ecco quando è meglio rinunciare o rimandare.

  1. L’azienda sta vivendo un periodo di trasformazione.
    Ristrutturazione interna, cambio di strategia, prodotti diversi per nuove fasce di clienti.
    La fase del cambiamento è uno straordinario momento di apertura e questo è sicuramente un bene. Il blog aziendale potrà fare parte delle azioni di comunicazione futura, una volta, però, che siano definite tutte le altre tessere del mosaico. Inutile progettare un blog aziendale pensando al target di clienti che l’azienda ha servito finora, quando si sta, invece, proiettando su nuovi destinatari.
  2. Clienti e business partner dell’azienda usano poco Internet e i social media.
    Per quanto possa sembrare strano, ci sono fasce di consumatori e di imprese che vivono e lavorano senza web e social network. Se il target dell’azienda è focalizzato su persone che frequentano poco Internet, il blog aziendale non è una buona idea. Attenzione però: questo argomento non deve diventare un alibi. Solo un’analisi accurata dei propri clienti potrà verificare se davvero non sono presenti sul web.
  3. L’azienda non vuole comunicare.
    Se l’impresa lavora in un segmento di mercato specifico, poco lontano dai riflettori; se non è abituata a progetti di comunicazione, né come pubblicità né come ufficio stampa; se il management interno ha resistenze fortissime a divulgare qualsiasi dettaglio sui prodotti o i servizi, anche i più innocui, aprire un blog aziendale non è, oggi, la strategia migliore. Prima di partire con il progetto, infatti, sarà necessario un dialogo stretto con l’impresa, un’indagine accurata che metta in luce che cosa si può comunicare all’esterno, che cosa non si può e non si deve.
  4. L’azienda ha un sito vetrina obsoleto e non è presente sui social media. 
    Se il sito web dell’azienda non risponde più a criteri di chiarezza, funzionalità, usabilità, la priorità è aggiornarlo. Il blog potrà essere progettato insieme al nuovo sito. Meno felice è, invece, la scelta di aprire un blog aziendale senza aggiornare il sito.
  5. L’agenzia di comunicazione ha persuaso l’azienda cliente “solo perché si fa”.
    Il management in fondo non ha compreso obiettivo e significato del blog. Il personale che viene incaricato dell’aggiornamento del blog non avrà le competenze necessarie.
  6. La gestione del blog non sarà sistematica.
    La persona che dovrà seguire il blog aziendale, scrivendo i post e rispondendo ai commenti, farà questo lavoro in modo saltuario, dopo aver sbrigato altre priorità.
  7. Il piano editoriale è poco definito. 
    Il blog aziendale viene inteso come una pagina di news, da aggiornare ogni tanto, magari con informazioni esclusivamente promozionali sui prodotti o servizi.
  8. Il blog non sarà aggiornato in modo puntuale.
    La struttura gerarchica aziendale fa sì che i tempi per la pubblicazione dei post e per la gestione del blog siano troppo lenti.
  9. I prodotti o i servizi dell’azienda sono troppo difficili da comunicare sul web.
    Un bravo consulente di comunicazione è in grado di confutare questo argomento: non c’è niente che non si possa comunicare, nel linguaggio e nel modo giusto. Se però molti dettagli tecnici del prodotto o del servizio non si possono rivelare all’esterno o se la nicchia di mercato ha dinamiche peculiari e delicatissime, forse il progetto del blog aziendale potrà essere sostituito da un intervento differente.
  10. L’azienda non vuole fare investimenti.
    Il blog aziendale è un progetto di inbound marketing e segue un modello di promozione e comunicazione che strutturalmente ha costi contenuti. Costi contenuti, però, non significa costi nulli.

Se l’azienda vuole aprire un blog aziendale che dia risultati, è importante che capisca che dovrà investire tempo, risorse, attenzione al nuovo progetto, affiancandolo a una strategia di comunicazione complessiva.