Sapere dire no è uno dei migliori traguardi di maturità che caratterizzano lo sviluppo delle persone e, aggiungiamo noi, delle organizzazioni. Per un’agenzia di comunicazione, rinunciare a intraprendere strade improduttive, per sé e i propri clienti, è una tappa importante, in grado di determinare il successo di un progetto. Rinunciare e dire no, peraltro, a una proposta, a un metodo o a un’ipotesi di lavoro avanzata dall’azienda cliente può essere difficile, ma è anche la chiave di volta per una comunicazione autentica ed efficace.
Uno dei 5 propositi per settembre è rinunciare. Lo diciamo per provocazione, ma anche con la consapevolezza che si tratta di un tema delicato. Rinunciare e dire no è un gesto faticoso, che in agenzia può accadere più spesso di quanto non sembri. Abbandonare un lavoro improduttivo o dispersivo è abbastanza facile; più complesso è dire no al proprio cliente quando il metodo che suggerisce o la strada che vuole intraprendere è, sulla base delle nostre esperienze e competenze, inefficace.
Si dice di no solo dopo un confronto.
Ogni ipotesi ha il diritto di essere presa in considerazione. Senza confronto non c’è comunicazione: dunque anche l’idea che sembra più strana sarà esaminata. ( Abbiamo letto un articolo interessante sul ruolo del confronto e della comunicazione: “Come rendere efficaci le riunioni aziendali”.) Può darsi che, studiandola un po’, quell’idea diventi un trampolino di lancio per un progetto nuovo. Se, invece, si rivela proprio necessario declinarla,
si rifiuta solo con un’argomentazione chiara.
Al cliente diciamo con pacatezza e con dovizia di particolari perché la sua ipotesi non ci piace e in base a quali informazioni e conoscenza specifiche pensiamo non sia utile. Ci confrontiamo di nuovo con lui chiedendogli da quale motivazione è partito per maturare la sua ipotesi e proviamo insieme a costruire un progetto nuovo, che tenga conto delle sue esigenze. Spesso, proprio l’idea “strana”, vista da una prospettiva diversa, è il punto di partenza.
Rinunciare e dire no è un bene, se nel frattempo stiamo pensando a un sì su qualcosa d’altro.
Con un pizzico di dialettica e molta, molta franchezza, diciamo al cliente in che cosa sarebbe meglio desistere e dove, invece, si può partire insieme con buone potenzialità di successo (un esempio da Il giornale delle Pmi: “Immagine e comunicazione per colpire nel segno”). La scelta sarà sua. Il nostro obiettivo resta quello di comunicare bene con l’azienda cliente e offrire un buon servizio. Siamo esperti di comunicazione, no?