Economia digitale, no grazie

Il post “Smartphone, commercio elettronico e Italia” ha suscitato alcune obiezioni. Chi lavora a stretto contatto con le imprese ci ha detto che, ahimè, le aziende italiane non sono tutte interessate allo stesso modo dal modello di economia digitale. La critica muove da un problema reale, il digital divide. I processi che Censis e Assinform hanno descritto come grande trasformazione, dovuti a Internet, web 2.0 e disintermediazione, si sviluppano, in realtà, a macchia di leopardo. Questo vuol dire che in molti segmenti non sono ancora arrivati.

 

Economia digitale, no grazie. Molte aziende, alcune piccole, altre più grandi, tante anche tra i fiori all’occhiello del nostro Made in Italy, sembrano rispondere così alla tendenza alla disintermediazione digitale. Sono imprese che non puntano su web e social media, mantengono stabile un modello di sviluppo fatto di produzione, punti vendita, politiche commerciali aggressive, servizio di assistenza ai clienti su canali tradizionali. A molti, va bene così. I volumi di affari lo confermano, anche se non possiamo sapere fino a quando. Le loro obiezioni:

“I nostri clienti sono abituati a modelli di acquisto tradizionali”.

E’ vero in molti casi, perché lo sviluppo di nuove abitudini in merito a Internet, acquisti elettronici e social network riguarda fasce precise di popolazione. Le nostre riflessioni, peraltro, non vogliono indurre nessuno a cambiare modello di business da un giorno all’altro e nemmeno a voltar pagina senza una strategia.
I comportamenti di acquisto resteranno, su masse critiche, tradizionali ancora per un buon lasso di tempo ma la questione sollevata da Censis e Assinform è un’altra.
Disintermediazione ed economia digitale, presto o tardi, cambieranno il nostro modo di pensare agli acquisti. Per alcune fasce di clienti questo è già successo, per tutti gli altri avverrà più lentamente, ma è difficile che la tendenza possa invertirsi. Ai più scettici, gli esperti rivolgerebbero una domanda molto semplice:

Quante persone prive di smartphone conoscete?

Di fatto, gli italiani sempre di più utilizzeranno Internet, dovunque essi siano grazie ai cellulari evoluti e tablet, per raccogliere informazioni su prodotti e servizi e per condividerle con amici. Può darsi che non lo facciano in un segmento di mercato specifico, ma è il loro atteggiamento generale a esserne influenzato.
Questo non significa, per tutte le aziende, che dovranno buttarsi nella mischia del commercio elettronico per fare affari. Vuol dire però che dovranno fare i conti con un cliente diverso, nei confronti del quale saranno necessarie azioni pubblicitarie e di marketing differenti.
Le aziende potranno forse dire di no ad alcuni paradigmi di economia digitale, ma sarebbe meglio che si preparino a non respingere le richieste, oggi implicite e domani chissà, dei loro clienti.