Il Facebook dei desideri

Qualche giorno fa spopolava sulla rete il video di Shaun Higton: “What’s on your  mind?”:  pochi minuti di accorata tristezza sul rapporto tra Facebook e il “mondo reale”. Il protagonista comunica sui social network gli episodi principali della sua vita privata ma rielaborandoli in una versione positiva e accattivante.

 

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Alla fine però, la tendenza, tutto sommato naturale, a presentarsi di fronte agli altri nella propria versione migliore, si traduce in un sottile sconfinamento verso la menzogna: on line la vita del protagonista appare rosea, brillante e carica di nuove sfide; in verità sta accumulando una serie di insuccessi.

Facebook dei desideri: l’eterno dilemma virtuale e reale

Che cosa può dirci questo video? È una mossa per ricevere molti click o lo spunto per trattati di psicologia dei nuovi media? Entrambi, forse. Per chi si occupa di comunicazione, la mente va a un’affermazione del 1967 fatta di Marshall McLuhan: “il medium è il messaggio”. McLuhan iniziò a scrivere di mass media tra gli anni Cinquanta e Sessanta, i suoi riferimenti erano radio e televisione.

[one_half] Oggi però, alcune sue intuizioni teoriche vanno benissimo per iniziare a comprendere che cosa succede con il web 2.0. “Il mezzo è il messaggio” allude al fatto che un canale di comunicazione, quale che sia, non è un semplice mezzo di trasporto di quello che si vuole comunicare. Il medium entra nel messaggio, ne influenza il contenuto. Scrivere una mail, un messaggio sul cellulare, un post su Twitter, una nota su Facebook sono tutte azioni differenti. Raggiungono target diversi, sono diversi per forma: ma non solo.

Facebook, per il protagonista della storia come per tutti noi, è un sistema, un “gioco”, con le sue regole e le sue pratiche di comportamento, dichiarate e non dichiarate. Questo non significa che tutto quello che gira su Facebook è falso o che il social network è da biasimare. Non vuol dire neppure che il “virtuale” è un altro mondo, parallelo a quello reale o nel peggiore dei casi un pericoloso sostituto.

Il social network, semplicemente, ci porta a scegliere alcuni contenuti e non altri, cambia alcune modalità di comportamento e alcune delle nostre relazioni. Il video ci dice: stiamo attenti, in ciascun canale mediatico accade qualcosa di unico perché la comunicazione  è un processo che va considerato nella sua interezza, così come le persone.