Il 26 ottobre scorso il New York Times pubblicava un articolo dal titolo “How Facebook is changing the way its users consume journalism”: come Facebook sta cambiando il modo di leggere i giornali – L’articolo è scritto da Ravi Somaiya, a noi ci è stato segnalato via Twitter da Antonio Rossano (@AntonioRossano) che ringraziamo. Il tema dell’articolo è l’abitudine, crescente, a leggere notizie di quotidiani e magazines dai social network. Le conseguenze analizzate sono principalmente due: le notizie tendono a ruotare attorno all’utente, modellandosi sui suoi interessi e la fruizione dei giornali diviene “frammentata”. Editoria & Immagine ha provato a riflettere su questa tendenza.
Ravi Somaiya inizia il suo articolo da una conversazione con Greg Marra, Facebook engineer. Al cuore del nuovo rapporto tra social network e i giornali c’è un algoritmo: quello che permette di segnalare all’utente “ciò che potrebbe aver voglia di leggere”. Una “formula matematica”, più complessa di quello che potrebbe sembrare, calcola i nostri “mi piace”, i commenti, le condivisioni e sceglie che cosa mettere maggiormente in evidenza sotto i nostri occhi. Nel caso degli articoli di giornale, l’informazione così fruita è “un mondo di frammenti, flitrati da un codice e distribuiti su misura, secondo la domanda”. Le tematiche aperte da questa nuova prospettiva sono quasi infinite. Proviamo a sceglierne alcune…
Il giornale tradizionale è un’unità compatta, sui social le notizie figurano invece parcellizzate.
Il giornale che si compra in edicola è un intero, almeno così sembra: per meglio dire è un puzzle, composto di notizie diverse, scelte dal giornalista e dall’editore. Ne abbiamo già parlato in uno dei primi post: http://www.editoriaimmagine.it/cose-un-giornale/, prendendo a prestito da Marshall McLuhan la definizione di “mosaico” come rappresentazione quotidiana della realtà. Dal punto di vista della fruizione, accade già che il lettore, scelga, nello sfogliare il giornale, di leggere solo i titoli o alcune delle notizie pubblicate. Anche nel giornale su carta, aggiungiamo, la posizione degli articoli era ed è graficamente studiata in modo da indirizzare la lettura. Facebook amplifica questo fenomeno a tal punto che, il “mosaico” di riferimento è il social network stesso, non il giornale.
Il lettore legge solo le notizie “scelte per lui” da una formula matematica.
Sul social network non sono presenti tutte le notizie, è vero. Anche sul giornale cartaceo non sono presenti tutti i fatti del giorno: la scelta, in quel caso, è stata operata dal giornalista e dal piano editoriale della testata di riferimento. I giornali da sempre si costruiscono bilanciando il punto di vista dell’editore, gli interessi degli investitori pubblicitari – guarda un po’ – e i gusti dei lettori, testimoniati dall’andamento delle vendite. Può darsi che un algoritmo forzi troppo questa dinamica ma l’utente resta sempre libero di leggere o di non leggere quello che gli viene proposto.
Facebook e giornalismo: cosa cambia?
I social network cambiano di sicuro il modo di creare e arrivare alle notizie, ma la questione ci sembra talmente complessa e in via di divenire che noi, per ora, non azzardiamo alcuna valutazione. I media influenzano le opinioni delle persone, le tecnologie modificano le nostre abitudini ma le persone possono influenzare a loro volta i media. Non sempre in modo prevedibile.