Prospettiva mercati esteri

Quale direzione deve prendere il segmento dei prodotti italiani per le abitazioni per assicurarsi il successo? E’ una domanda che si pongono in molti, dal 2008 in avanti, da quando, cioè, la contrazione del settore immobiliare e la crisi economica hanno portato la curva dei consumi italiani in forte ribasso. Ciascuna azienda sta cercando la sua risposta, in base alle proprie risorse e agli obiettivi di business. La risposta più diffusa  si chiama prospettiva mercati esteri. E’ una buona soluzione, aggiungiamo noi, ma se associata a un intelligente piano strategico.

 

Molti imprenditori, nel settore dei prodotti per la casa, lo sapevano già da tempo. Il mercato italiano stava per diventare saturo; la crisi economica, dal 2008 in prima istanza e negli ultimi due anni in modo ancora più acuto, ha eroso via via le ultime marginalità. Torniamo a parlare di Sicurezza per citare un settore che conosciamo un po’ da vicino. A fine 2013 il comparto Sicurezza e Automazione edifici  – lo ricordiamo, si tratta di sistemi di allarme e antifurto, videosorveglianza, antiincendio, domotica – registrava un ritmo di crescita definito “contenuto”, con un volume d’affari del + 0.9 per cento. Anie Sicurezza ha stimato, a dire la verità, per quest’anno, una ripresa del + 4,5 per cento. Si tratterebbe di quello che in economia viene definito un “mercato anticiclico”, che va in direzione opposta alle principali tendenze del contesto.
Il dato più interessante, per noi, è però quello delle esportazioni: avrebbero visto una crescita media annua del + 10 per cento, dal 2009 al 2013. Anie Sicurezza aggiunge che circa l’80 per cento delle esportazioni sono rivolte al mercato europeo, un bacino tradizionale, quindi, ma c’è un interessante quota residua che va verso l’area extra-europea. I mercati di sbocco menzionati sono Est Europa, Nord Africa e Medio Oriente.

E’ sempre difficile analizzare questo genere di dati senza cadere in tranelli ed errori di interpretazione. Noi prendiamo questi numeri come spunto per sottolineare una dinamica confermata dall’esperienza diretta, nostra e di imprese che conosciamo, che puntano o stanno puntando verso i mercati esteri.
Dare alla propria impresa un volto e una direzione internazionale non può che essere una buona idea. Operatori e professionisti ci confermano che sul brand “Made in Italy”, come sinonimo di qualità, bellezza, cura del dettaglio, si può lavorare ancora molto per sviluppare e incrementare mercati, in tutto ciò che riguarda il mondo della casa e della sua tutela.
Quale strategia adottare però, per dare successo alla prospettiva mercati esteri? E’ possibile esportare dimenticando di innovare, almeno un poco, il sito web e l’immagine complessiva dell’azienda verso chi la guarda, clienti e potenziali clienti, partner, rivenditori? E’ possibile, infine, trascurare ancora una volta la comunicazione? A voi la risposta.