Rapporto Censis 2018: la situazione sociale del Paese

Il 52esimo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese dà uno scenario problematico. Sfiducia, individualismo, insicurezza sono le cifre di una società che fa i conti con un quadro economico sempre difficile. Secondo la ricerca, il motivo andrebbe ricercato nelle promesse, mancate, in una “ripresa” che non si è realizzata del tutto e che ha lasciato indietro molti. La società appare “incattivita”, soprattutto verso gli stranieri e il bisogno di sicurezza si rifugia verso una tendenza al sovranismo.

Alcuni elementi di novità vengono dal digitale: si chiamano economia circolare, sharing economy, transmedialità nel consumo di informazione.

Rapporto Censis: che cosa sta succedendo

La ricerca annuale sullo stato del sistema Italia è stata annunciata pochi giorni fa, il 7 dicembre. Il rapporto Censis 2018 presenta un quadro articolato del Belpaese, passando in rassegna costumi, dati di sviluppo economico, nuove abitudini nel mondo dell’informazione e tendenze sociali. Il termine che ha colpito di più i giornali è stato “sovranismo psichico”: il rapporto ha definito così un atteggiamento di chiusura che parte dalla richiesta di un’autonomia nazionale sempre più decisa. Censis parla in modo esplicito di “cattiveria”, esercitata verso gli stranieri ma non solo: “le diversità sono percepite come pericoli da cui proteggersi”, si legge nel rapporto.

Economia e ascensore sociale

Il rapporto Censis passa in rassegna diverse cause: tra le altre, la perdita di valore dell’ascensore sociale. Oggi l’aspettativa, per un giovane, di raggiungere una posizione economica e sociale più alta rispetto a quella del genitore, è scesa drasticamente. Rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea, in Italia solo il 23 per cento dei cittadini dice di aver ottenuto una condizione socio-economica migliore di quella dei genitori.
Nel frattempo, si allarga la differenza dei consumi tra i diversi gruppi sociali e il potere d’acquisto delle famiglie è del 6,3 per cento in meno rispetto a quello del 2008.

Rispetto al futuro, il 35,6 per cento degli italiani è pessimista, il 31,3 per cento è incerto e solo il 33,1 per cento è ottimista.

Nuove abitudini: Intenet e social media

Il consumo di informazione degli italiani è cambiato. Il rapporto parla di “transmedialità matura”, cioè di una capacità diffusa di passare da un canale all’altro, in soluzione di continuità. La televisione resta la regina dei media, per conoscere le notizie e per intrattenimento, ma tv via Internet e mobile tv sono in progressivo aumento.
La radio resta molto amata, almeno per il 79,3 per cento degli italiani e cresce anche il consumo delle web-radio. Le reti sociali sono in piena fase ascendente: soprattutto WhatsApp, Instagram, mentre più della metà della popolazione usa Facebook e Youtube.

Un dato sui media cartacei: nel 2007 erano letti dal 67 per cento degli italiani, oggi sono letti dal 37,4 per cento.

Economia: nuovi modelli

Secondo il rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, le imprese nutrono un interesse crescente per l’economia circolare. Si affacciano sul mercato nuovi modelli di impiego e riuso delle risorse che, secondo Censis, sono una “carta importante da giocare”. L’Italia ha oggi il più basso consumo di materiali grezzi in Europa ed è ai primi posti per quanto riguarda la capacità di generare valore dalle risorse impiegate nei processi produttivi.
Insieme a economia del riuso e della gestione attenta delle risorse ci sono le potenzialità della sharing economy: la condivisione di auto e biciclette, oggi apprezzate soprattutto dai millennials.

Che cosa serve per crescere? Infrastrutture e competenze digitali la nuova sfida.

Secondo Censis, il 36,4 per cento della popolazione è raggiunta da una connessione che ancora non supera la velocità di 30 Mbps e il 33,3 per cento degli italiani ha basse competenze digitali.