Smartphone, acquisti on line e Italia

Questa settimana vorremmo commentare tre comunicati stampa relativi a Internet e al ruolo dell’economia digitale. Le notizie sono già apparse sui quotidiani e tv: gli utenti Internet sono il 71 per cento degli italiani e di questi il 43,5 per cento fa acquisti in rete. L’uso degli smartphone è aumentato del 12,9 per cento e molti altri indicatori testimoniano un trend preciso, in cui canali on line e off line tendono a integrarsi. La nostra domanda verte le imprese: sapranno cogliere le opportunità offerte da questi cambiamenti, che lo stesso Censis definisce “grande trasformazione”?

 

Nel giro di pochi giorni tre notizie diverse hanno richiamato l’attenzione dei media sul ruolo del web. Le fonti sono: il dodicesimo rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione, dal titolo “L’economia della disintermediazione digitale” , Istat, che ha diffuso gli indici del clima di fiducia dei consumatori, Assinform, che ha presentato in anteprima i dati del rapporto 2015 sul mercato di informatica e telecomunicazioni. I tre comunicati stampa riportano notizie diverse e da approfondire. Noi vogliamo segnalare alcuni estratti che ci sembrano degni di nota.

I giudizi dei consumatori sull’attuale situazione economica del Paese migliorano.

Non ci soffermiamo sul metodo scelto da Istat per misurare il “clima” di fiducia. Ci chiediamo e chiediamo alle imprese: saremo capaci di non disattendere anche le più deboli voci di ottimismo? Che cosa bisogna fare per dare davvero credito a tale fiducia?

Il mercato digitale italiano mostra segni di ripresa.

Secondo Assinform, informatica e telecomunicazioni, viste come un mercato unico, figurano ancora con il segno meno, ma nel corso del 2015 dovrebbe registrarsi un’inversione di tendenza. I settori in fase di sviluppo sono: smartphone, software e applicativi, contenuti digitali, piattaforme di gestione web e cloud, Internet degli oggetti. Sono, in effetti, molte delle tecnologie che stanno dietro all’economia della disintermediazione digitale.

Censis parla di “informazione personalizzata”.

La fonte principale di informazione resta la tv, ma attenzione: per i più giovani, sottolinea Censis, Facebook e Google sono più importanti dei giornali in quanto strumenti per restare aggiornati.
I social network sono entrati nel nostro quotidiano, ma non solo: la funzione Internet più diffusa, in termini di utilità pratica, è la localizzazione di strade e indirizzi, seguita dalla ricerca di informazioni su aziende, prodotti e servizi. Un’altra percentuale risulta interessante per le imprese: il 43 per cento di chi naviga in Internet, all’incirca 15 milioni di italiani, fa acquisti sul web.

Il 7 per cento di chi acquista ritiene che comprare in rete sia più divertente rispetto al modo tradizionale.

Questo è un indice illuminante per gli operatori del marketing: indica una direzione di lavoro nell’ambito della customer experience, l’esperienza del cliente. I margini per sviluppare aree di business, utilizzando al meglio le potenzialità del web 2.20, ci sono. La disintermediazione digitale deve intendersi come un’opportunità per le imprese, grandi e piccole.