Le piccole imprese possono evitare il web 2.0? No

Molte piccole e medie imprese italiane si chiedono oggi se e come utilizzare le nuove tecnologie di rete e il web 2.0 per il proprio lavoro. Alcune di loro hanno un business già avviato con canali e metodi tradizionali: una rete di vendita e di distribuzione, politiche commerciali sul territorio, un sito web. Le soluzioni che, invece, rendono la rete Internet un luogo dinamico e interattivo, dove è possibile scambiarsi in tempo reale punti di vista e dove i consumatori sono in grado di creare, in modo molto più pervasivo rispetto al passato sembrano un orizzonte lontano. In verità questo “orizzonte” è già qui e non comprenderlo potrebbe essere un errore strategico.

Di seguito riportiamo alcune delle obiezioni emerse nel corso delle conversazioni con rappresentanti di imprese di diversi settori.

[cancelbox]“Nel nostro segmento di mercato i social network non sono ancora conosciuti e frequentati”[/cancelbox]

Per quanto sia difficile pensare a una sola isola del pianeta dove Facebook non sia diffuso, questa affermazione ha una sua ragion d’essere per aziende che lavorano nell’ambito business to business, trattano cioè prodotti riservati alle imprese e hanno una rete vendita e canali già articolati e consolidati nel corso del tempo. Le soluzioni interattive oggi possibili, però, non si adattano di necessità solo al mercato consumer . Il mondo dei social media è oggi già diversamente articolato: non c’è solo la “piazza”, dove ci si incontra per bere il caffè e parlare del più o del meno,  ma ci sono luoghi dove si parla di lavoro o di interessi specifici, social network per comunicare di temi speculativi e canali, come i gruppi chiusi, che possono essere utilizzati per comunicazioni di lavoro.

[cancelbox]“Non abbiamo tempo per lavorare anche con le nuove tecnologie”[/cancelbox]

Mmm. Le tecnologie nascono per far risparmiare tempo. Facciamo un altro esempio nel mondo business to business:  le applicazioni per facilitare le attività dei mobile workers, chi lavora fuori ufficio tutto il giorno, come ad esempio gli agenti e i responsabili commerciali. Secondo una stima dell’Osservatorio Mobile Enterprise, a cura del Politecnico di Milano, le soluzioni per Mobile a supporto dei processi di business sono state in grado, nel 2014, di dare alle aziende un recupero di produttività di circa 9 miliardi di euro per anno.

[cancelbox]“Se lavoriamo ancora sulla promozione rischiamo di non riuscire a gestire ulteriori picchi di richieste”[/cancelbox]

Diciamo la verità: in anni di lavoro, non abbiamo mai capito quanto il timore di non esaudire le richieste venga da studi previsionali accurati o da stime soggettive. Il rischio di “saltare troppo in alto”; comunque, è ben presente. Può darsi che non sia il momento giusto, ora, per avviare nuovi progetti ma resta un consiglio strategico restare aggiornati sulle prospettive e, in caso di necessità, avere nel cassetto almeno delle ipotesi di lavoro alternative. Se oggi sembra che i vecchi metodi siano efficaci, domani potrebbe essere tutto diverso.

[cancelbox]“Non abbiamo budget”[/cancelbox]

Va bene, ci crediamo. Il tema delle risorse è delicatissimo per le imprese medio-piccole, la maggioranza in Italia, e in questi tempi difficili la riduzione dei costi è il primo obiettivo. Vorremmo aggiungere, però, che anche le politiche di saving nascondono delle scelte strategiche: si definiscono delle priorità e in base a questo si stabilisce dove risparmiare. Sappiamo che ci sono spese necessarie, causate da un contesto oggettivo, sulle quali l’azienda ha pochi margini di decisione; in molti altri casi, è la visione complessiva a guidare il piano di investimenti. L’errore di prospettiva sta nel pensare che comunicazione, tecnologie di rete e social media siano un accessorio.

[Tweet “Le aziende orientate alle nuove tecnologie sono quelle con migliori chances sul mercato.”]

A voi la scelta…